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Un grande classico della cucina italiana rivitalizzato dalla mozzarella di
bufala e dell’abbinamento con un grande spumante rosè extra brut.
per 4/6 persone
400 g di melanzane viola
250 g di mozzarella di Bufala Borgoluce
350 g di passata di pomodoro
70 g di Parmigiano Reggiano
Spicchio d’aglio fresco
1 litro d’olio di arachidi per friggere
q.b. di farina per tutti gli usi
Sale e pepe
Basilico
Abbinamento
Prepara i formaggi
Comincia tagliando la mozzarella di bufala a cubetti che lascerai scolare in un passino. Grattugia il parmigiano.
Cuoci la passata di pomodoro
In una padella dal fondo largo scalda un filo d’olio con l’aglio, quindi versa la passata e i gambi del basilico e cuoci a fuoco vivo coprendo eventualmente con un proteggi schizzi. Cuoci giusto il tempo che l’acqua sia evaporata, altrimenti la passata si scurirà. Regola di sale e pepe, togli i gambi del basilico e tieni da parte.
Friggi le melanzane
Mentre la passata si raffredda, procedi con la frittura delle melanzane.
A piacere priva le melanzane della buccia (a volte può risultare dura), tagliale a fette nello spessore di mezzo centimetro, infarinale leggermente quindi immergile nell’olio caldo (circa 175°C) fino a doratura.
Scolale e adagiale su una gratella coperta di carta assorbente. Tieni da parte.
Componi la parmigiana e cuoci
Poni sul fondo di 6 cocotte piccoline oppure 4 medie (o in una teglia unica se preferisci), un po’ di pomodoro. Poi procedi con gli strati aggiungendo le fette di melanzana, ancora pomodoro, melanzana e infine mozzarella con parmigiano.Cuoci in forno già caldo a 180°C statico per circa 15/20 minuti, o fino a che non risulterà bella dorata in superficie.
Servizio
Servi direttamente in cocotte accompagnando con alcune foglie di basilico fritte in poco olio bollente per pochissimi secondi. Accompagna con uno spumante Rosè Extra Brut.
Ha le sfumature tenui del bianco e del rosa la storia che racconta l’amore e la cura con cui accudiamo i nostri pascoli, i vigneti, gli ulivi e gli animali che, tra quegli spazi costellati d’alberi da frutto e cereali, hanno trovato dimore ospitali.
Sono gli stessi riflessi che al tramonto fanno vibrare di magia le foglie delle nostre viti e brillare di soddisfazione i nostri occhi: viviamo questo momento come un segno di gratitudine reciproca, d’intesa profonda con un patrimonio naturale che restituisce con la stessa pienezza ed intensità con cui riceve.
È come se ci sentissimo in egual misura parti essenziali di un tutto, consapevoli che questo virtuoso ciclo vitale si esprime al meglio proprio perché ognuno di noi è per l’altro prezioso contributo e supporto.
Senza questi ampi spazi gli animali non condurrebbero una vita altrettanto libera, senza i nostri cereali il latte delle bufale non sarebbe ugualmente buono e sano.
È questa storia d’amore puro il vero valore aggiunto di ogni nostra mozzarella: sotto la pelle di porcellana si svela una pasta soda e corposa che racconta la dolcezza di quel latte crudo munto ogni giorno nelle nostre stalle e lavorato dopo poco nel caseificio adiacente, in modo tradizionale, al fine di preservarne le molte proprietà nutritive. Il risultato è un latticino a pasta filata ricco di proteine, leggero e digeribile.
Non le manca nulla: è gioia per il palato semplicemente servita a fette a temperatura ambiente, profumata con qualche fogliolina di basilico, oppure filante tra gli strati gustosi di una colorata parmigiana.
Per noi si esprime bene anche abbinata ad un calice di Rosariflesso Extra Brut, quel vino che riflette, con particolare delicatezza, il nostro devoto approccio a questo sistema ecosostenibile.
È nelle profondità fertili di un suolo argilloso e calcareo che mettono radici i vitigni di Chardonnay e Pinot, le uve che compongono questo spumante e che raccogliamo a mano poco prima del finire dell’estate. Anche se presenti in percentuali diverse, ciascuna di loro contribuisce con carattere alla definizione di un vino elegante. Sarà divertente scoprire come si combinano i tratti burrosi e rotondi della frutta gialla, tipici dello Chardonnay, e le note selvatiche, ma delicate, di frutti rossi del Pinot nero.
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